Alla festa della polizia Pennella non ha risparmiato critiche agli amministratori (“risorse per gli eventi? Bene, ma anche per le telecamere”) e per i “biechi imprenditori che pensano ai profitti a danno della sicurezza dei giovani”
TERAMO – Non è stato parco di parole e giudizi, il questore di Teramo, nell’intervento con cui ha celebrato anche a Teramo il 171esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Perché in questa ‘edizione’ svolta ancora nell’aula magna dell’Università di Teramo, Lucio Pennella non ha soltanto espresso il suo ringraziamento, accompagnato dai numeri, per il lavoro quotidiano delle donne e degli uomini della Polizia di Stato e distribuito lodi ed encomi. E’ andato oltre. Lo ha fatto per restituire ai presenti, in particolare alle istituzioni presenti, il suo parere -spesso anche fin troppo ‘politico’ – sulla situazione sicurezza in particolare nel capoluogo
Indice puntato in particolare sulla ‘malamovida’ e sul movimento ultras, che da sempre, in chiave ordine pubblico. Ma anche su quegli imprenditori senza scrupolo che si fanno beffa delle leggi e delle autorizzazioni, mettendo a repentaglio la sicurezza dei giovani, soltanto per mero profitto. Partendo dai controlli eseguiti sui locali per le contravvenzioni al testo unico di pubblica sicurezza con conseguente chiusura degli esercizi, Pennella ha ricordato che sulla base di numerosi esposti dei cittadini, la Polizia di Stato è intervenuta anche in alcune zone del centro storico dove “nell’esercizio della loro attività, biechi imprenditori senza scrupoli, accecati solo dai loro profitti e ponendosi nell’illegalità, organizzavano delle vere e proprie serate danzanti a cielo aperto fino a tarda notte, intercettando una clientela molto giovane e procurando disturbo alla quiete pubblica, impedendo di fatto alla restante parte della cittadinanza di poter fruire liberamente e in sicurezza dello spazio pubblico”. Una filippica ha riguardato anche quegli stessi imprenditori che
“Tutti devono godere serenamente degli spazi urbani collettivi – ha aggiunto il questore, ma nel pieno rispetto della legalità e della sicurezza di tutti: si può vivere una cosiddetta ‘movida’ che non necessariamente debba sfociare in una ‘mala movida’, che sovente, soprattutto tra i nostri ragazzi è fonte di criticità spesso tragiche”. A Pennella non è piaciuta, come ha tenuto a sottolineare,”qualche insofferenza manifestata anche pubblicamente su una supposta ‘militarizzazione’ del territorio, che disturberebbe le attività ludiche dei cittadini e dei ragazzi in particolare. questa è una polemica che poco mi avvince – ha aggiunto il questore – in quanto ritengo che con assoluta certezza che la presenza delle forze di polizia in strada possa non essere gradita solo ai criminali o a coloro che sono imbevuti di furore ideologico e odio politico nei nostri confronti e non dalla stragrande parte dei cittadini che crede nelle istituzioni e nel senso dello Stato”. Ma la risposta è stata chiara: “Se ne facciano una ragione queste persone, sia chiaro: io non arretrerò di un millimetro da portare avanti questa strategia. La città di Teramo e il suo intero territorio provinciale vedranno sempre più divise della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza, splendere alla luce del solo e brillare al chiarore della luna, pronte a compiere il proprio dovere tra la gente a salvaguardia della loro sicurezza”.
Strettamente connesso a questo ambito è il discorso relativo agli ultras, o meglio a quella frangia estremista della tifoseria più spinta: il tono della filippica è stato lo stesso quando ha ricordato l’attività di contrasto agli atti di teppismo e violenza in ambito sportivo, ricordando gli arresti e i Daspo per le tifoserie di Rosetana e Teramo per gli scontri in occasione della partita di calcio in riva all’Adriatico. Così come non è mancato il riferimento, tra il deluso e l’amareggiato, a quelle istituzioni che “non hanno mai preso le distanze dalle azioni dei facinorosi”. Amministratori che avevano già ricevuto una reprimenda per la poca attenzione alla questione sicurezza nelle città. Molti hanno colto un riferimento palese all’amministrazione cittadina, anche se altre realtà della provincia vivono lo stesso problema: gli impianti di video sorveglianza mancano ancora per colpa di “pretestuosi ostacoli burocratici, tecnici o di tempistica politica” di chi pone in essere “vacui, fatui, inutili ed effimeri esercizi mentali permeati di vera e pura demagogia che confliggono con l’interesse e il benessere della collettività”. Il destinatario principale? Il Comune di Teramo, bisognoso di un impianto efficiente e di ultima generazione che consenta la visione delle immagini presso la nostra sala operativa e quella dei carabinieri, al fine di garantire maggiore tranquillità ai cittadini, agli operatori commerciali e ai fruitori del parco fluviale il quale ne è assolutamente sprovvisto. Se si reperiscono risorse economiche, anche ingenti, per attività ludiche analogamente si deve investire in materia di sicurezza che è un’esigenza primaria”.